Infortuni sul lavoro, ancora emergenza

Sono state 7.415 le denunce di infortuni sul lavoro in Puglia nei primi quattro mesi di quest’anno, di cui 6.287 in occasione di lavoro e 1.128 in itinere. La Puglia, stando all’ultimo report dell’Inail, è la nona regione per incidenti mortali sul lavoro, da gennaio ad aprile 18 lavoratori hanno perso la vita. “Mentre dalle nostre parti siamo in stato di evidente emergenza, la Regione Puglia è troppo impegnata a tempo pieno in manovre elettorali per affrontarla come meriterebbe. Dopo l’ultimo incontro – l’8 marzo 2024 – aveva promesso misure straordinarie di prevenzione e formazione e l’annuncio dell’istituzione di un tavolo aperto alle associazioni datoriali, ma nonostante le nostre ripetute sollecitazioni tutto è caduto nel dimenticatoio. L’incidenza infortunistica è superiore alla media nazionale, la prevenzione è l’unica arma che abbiamo per azzerare questi numeri. A livello nazionale ci sono spiragli che ci lasciano intravedere un’apertura verso il tema della sicurezza sul lavoro, pensiamo all’utilizzo delle riserve Inail, pari a circa 600 milioni di euro, per finanziare misure relative alla sicurezza sul lavoro, così come la valutazione sulla modifica del codice degli appalti rispetto alle gare al massimo ribasso e agli appalti a cascata. Ma siamo ancora nel campo dei progetti ed è ancora comunque troppo poco per contrastare a fondo un fenomeno inaccettabile e una strage silenziosa che miete più di mille vittime all’anno nel nostro Paese, sacrificate sull’altare del profitto ad ogni costo”.

“Le nostre proposte sono chiare e sul tavolo della politica da tempo, l’obiettivo è arrivare a Zero Morti sul Lavoro, ma serve un impegno vero e condiviso da parte di tutti che vada oltre gli slogan. Chiediamo l’aumento dei controlli con l’assunzione di nuovi ispettori, l’estromissione dai bandi pubblici delle aziende che non rispettano gli standard di sicurezza e che non applicano i contratti nazionali sottoscritti dai sindacati più rappresentativi, l’istituzione di una procura speciale e del reato di omicidio sul lavoro con pene più severe per chi volontariamente rinuncia alla sicurezza per favorire produzione e profitti” dichiara Gianni Ricci, segretario generale Uil Puglia. 

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