Infortuni e morti sul lavoro, in Puglia ancora emergenza

“Ancora una volta siamo costretti a commentare gravi incidenti sul lavoro nel nostro territorio. Ancora una volta due lavoratori vengono feriti mentre svolgevano il proprio dovere, mentre garantivano con il loro impegno quotidiano la crescita e lo sviluppo del Paese e della regione. E ancora una volta il settore dell’edilizia si conferma tra quelli più esposti come incidenza di infortuni mortali e non sul luogo di lavoro”.


Il segretario organizzativo Uil Puglia Stefano Frontini e il segretario generale FenealUil Puglia Saverio Loiudice commentano così il doppio incidente che ha visato coinvolti due operai a Molfetta e Putignano, entrambi ricoverati in gravi condizioni a seguito di incidenti nei rispettivi cantieri.


“Esprimiamo vicinanza ai lavoratori coinvolti e alle loro famiglie, ma soprattutto indignazione per una situazione ormai diventata intollerabile. Non è più accettabile che il lavoro, che dovrebbe essere fonte di dignità e sicurezza, continui a trasformarsi in un rischio quotidiano. In Puglia gli incidenti e le morti sul lavoro sono in costante aumento, la nostra regione è stabilmente, da oltre quattro anni, in zona rossa per incidenza di infortuni sul lavoro. E’ chiaro che quanto fatto finora non basta, che serve moltiplicare l’impegno, da parte di politica e istituzioni, al fine di porre un freno a questa strage”.


“Non possiamo continuare a contare le vittime o i feriti come se fosse una statistica – continuano Frontini e Loiudice – dietro ogni numero ci sono persone, famiglie, comunità che soffrono. Ogni infortunio è una sconfitta collettiva, sin quando la sicurezza sui luoghi di lavoro non diventerà una priorità anche dal punto di vista culturale, una responsabilità collettiva di tutti, assisteremo a questi incidenti. Servono più controlli, vanno eliminate le gare al massimo ribasso, i subappalti a cascata, va reintrodotta la norma sulla responsabilità del committente e bisogna eliminare i contratti pirata. Chiediamo inoltre l’istituzione di una Procura speciale e l’istituzione del reato di omicidio per violazione delle norme sulla sicurezza, così come l’esclusione dai bandi pubblici delle aziende che violano le norme sulla sicurezza. Solo in questo modo la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori sarà una priorità e si potrà davvero mirare a raggiungere l’obiettivo zero morti sul lavoro”.


“Lo stanziamento dei fondi della riserva Inail e l’approvazione del decreto-legge in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che recepisce molte delle proposte avanzate dal Sindacato nel corso degli ultimi anni, è un primo passo ma non basta – concludono i due sindacalisti – per fermare la strage. Anche a livello regionale siamo fermi a una riunione convocata più di un anno fa, senza un seguito concreto. E’ il momento di cambiare passo e di porre la sicurezza nei luoghi di lavoro al centro dell’agenda politica, a cominciare dalla prossima amministrazione regionale”.

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