Ex Ilva: solidarietà incondizionata alla Uilm e alle categorie metalmeccaniche in lotta, è macelleria occupazionale

BARI – “C’è un accordo che, unilateralmente, è stato trasformato in carta straccia. Chi non rispetta le intese è giusto che abbandoni il tavolo: l’azienda, che non ha perso occasione per dimostrare la propria inaffidabilità, va rispedita a casa e al contempo bisogna cominciare a programmare un futuro sostenibile per uno stabilimento che resta strategico per l’economia pugliese e nazionale, perno di un settore che non può essere dismesso a cuor leggero”.

Franco Busto, segretario generale della Uil di Puglia, esprime “solidarietà incondizionata” alla lotta della Uilm e delle categorie dei metalmeccanici per la vertenza ex Ilva, che sta vivendo in questi giorni l’ennesima fase critica.

“Dagli oltre 14mila lavoratori, senza contare l’enorme indotto, del 2008 – continua Busto – si è passati progressivamente ai 10.700 (più 1700 in amministrazione straordinaria) dell’accordo 2018 e, adesso, a circa 7000, dimezzando di fatto la forza lavoro. Siamo di fronte a uno dei più clamorosi casi di macelleria occupazionale della storia industriale del Paese, che impone al Governo di abbandonare questo atteggiamento fin troppo remissivo, mettendo in campo iniziative decise”.

“Arcelor deve essere accompagnata alla porta – spiega Busto – con una penale pesantissima che risarcisca, almeno in parte, i danni causati sia dal punto di vista produttivo che occupazionale. Quindi, sarebbe opportuno che lo Stato si facesse garante dell’immediato futuro dell’azienda, contribuendo a creare una cordata di imprenditori affidabili ai quali consegnare il domani dell’ex Ilva, un domani che dovrà necessariamente essere improntato su occupazione e produzione sicure e sostenibili dal punto di vista ambientale e della salute, criteri peraltro contenuti già nell’accordo sottoscritto dai sindacati e mai applicato”.

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