8 marzo, Ronzoni: “Parità salariale e occupazionale ancora un miraggio in Puglia”

“La legge regionale sulla parità salariale, che la Uil ha contribuito a far approvare dalla Regione Puglia, è ancora lontana dall’avere reali ricadute sul tessuto economico della regione. Gli stipendi delle lavoratrici pugliesi sono ancora troppo bassi. La mancata parità salariale è un dato di fatto. Il divario è mediamente del 15% e varia a seconda del titolo di studi e quindi della posizione occupata. Ma la questione non riguarda solo la retribuzione, ma anche l’accesso a posizioni apicali che è fermo al 18% per le donne, appena il 3% quelle che rivestono il ruolo di ceo nelle aziende quotate, stando ai dati diffusi dall’Istat”.

Queste le parole del segretario organizzativo nazionale della Uil e commissario straordinario della Uil Puglia, Emanuele Ronzoni. La crescita delle imprese femminili in Puglia, come diffuso da Unioncamere, parla di + 319 imprese femminili nell’ultimo anno (prima regione d’Italia e unica a segno positivo insieme a Lombardia, Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta) e di un tasso di femminilizzazione delle imprese più alto della media nazionale, 23,18 contro il 22,21 del resto del Paese. Tuttavia questo non può bastare, “se, come dimostrano i dati, le pari opportunità occupazionali, principio sancito dalla nostra Costituzione, sono ancora un diritto da conquistare e non già acquisito, in particolare nel Mezzogiorno”.

“L’8 marzo – conclude Ronzoni – per il sindacato delle persone è il giorno in cui con voce ancora più alta e ferma chiediamo il rispetto dei diritti delle lavoratici e l’applicazione dei contratti collettivi nazionali e con ancora maggiore determinazione chiediamo un’attenzione seria alle tematiche del lavoro, che non siano semplici proclami su carta, ma una spinta verso una reale parità tra lavoratrici e lavoratori, l’abbattimento delle disuguaglianze e delle discriminazioni”.

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