Vertenza Sir: chiesto tavolo di sviluppo

 “Dopo l’incontro in regione Puglia sulla vertenza Sir Brindisi, azienda operante nel complesso industriale della centrale di Cerano, abbiamo ottenuto la cassa integrazione per 76 lavoratori. Questo è l’ennesimo capitolo della vertenza Brindisi, che ha un tessuto produttivo che sconta una serie di criticità che ricadono sui lavoratori” spiega Andrea Toma, segretario regionale Uil Puglia con delega all’industria.

Gli infortuni sul lavoro, dopo la flessione dovuta alla pandemia sono in costante aumento, 3.106 secondo gli ultimi dati Inail. La disoccupazione nel 2023 era al 15,1% cresciuta di due punti rispetto al 2022 e la disoccupazione giovanile è drammaticamente alta, 34,8%. I salari delle lavoratrici e dei lavoratori della provincia di Brindisi sono tra i più bassi del Paese: 15.931 euro lordi annui, oltre un quarto più bassi della media nazionale.

“L’Enel ha dichiarato che la centrale di Cerano nell’avvento della decarbonizzazione non ha ancora un quadro industriale chiaro. E’ l’emblema di un tessuto industriale in enorme sofferenza, in cui circa 2.000 lavoratori rischiano il loro futuro. È tempo di intervenire e di pretendere un piano industriale dall’Enel che dia a Brindisi un’occasione di sviluppo e non di cassa integrazione. Ma è anche il momento di aprire un ragionamento più ampio e capillare sul futuro industriale e occupazionale della provincia: per questo abbiamo chiesto ufficialmente il tavolo regionale di sviluppo per Brindisi che individui misure e risorse disponibili per rilanciare uno dei territori più penalizzati della Puglia. Ricordiamo che un terzo di tutte le vertenze sul tavolo del Mise sono pugliesi, la vertenza Brindisi nel suo complesso non fa che aggravare una situazione già di per sé molto preoccupante” conclude Toma.

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