“In Regione trovato il tempo per il Tfm e non per parlare dei problemi dei lavoratori”

“Il trattamento di fine mandato che, con il (neanche tanto) velato benestare di Emiliano, rischia di uscire dalla porta per rientrare, sotto mentite spoglie, dalla finestra, è l’emblema di una politica che, quando vuole e quando la riguarda direttamente, sa trovare soluzioni anche alle questioni più spinose, riunendosi anche più volte al giorno se necessario. Magari mettesse lo stesso impegno nell’interlocuzione con le parti sociali, interrotta inspiegabilmente mesi fa, con la cabina di regia non più convocata e la programmazione del Pnrr ancora ferma a vaghe intenzioni e presunti progetti partoriti nelle segrete stanze senza alcun confronto con i territori”.

Franco Busto, segretario generale della UIL di Puglia, invita il Consiglio Regionale e il Presidente della Giunta, Michele Emiliano, “a rivolgere maggiore attenzione al futuro della comunità pugliese, anziché al proprio interesse personale e politico. A cominciare dal piano di sviluppo da finanziare con le risorse europee: soldi a pioggia da stanziare alle aziende senza alcun vincolo rispetto alla tutela dei livelli occupazionali, né della sicurezza nei luoghi di lavoro, come se le conseguenze socio-economiche della pandemia fossero frutto della nostra immaginazione”.

“Da mesi, in vista delle tante risorse che ricadranno nelle disponibilità regionali – conclude Busto – chiediamo di mettere tutto nero su bianco, di firmare un protocollo propedeutico a una legge regionale che permetta la partecipazione ai bandi pubblici solo alle aziende che mantengono i livelli occupazionali, che applicano i contratti nazionali di settore e che siano disponibili a controlli periodici per verificare gli standard di sicurezza in azienda e nei cantieri. Mesi trascorsi senza risposte, nessun gruppo consiliare – per non parlare del Presidente – che abbia mai avuto il tempo di confrontarsi. Tanto il conto di eventuali fallimenti ricadrà tutto sui lavoratori e sulla lavoratrici pugliesi, che non hanno il paracadute del Tfm al quale aggrapparsi…”.

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