Puglia tra le prime in Italia per richieste di Rdc: “Misura importante, ma bisogna intervenire su politiche attive del lavoro e salari”

Quasi un percettore di reddito di cittadinanza su dieci in Italia è pugliese. La misura di sostegno al reddito introdotta nel 2019 continua ad essere un salvagente per quanti nella regione non riescono a entrare o rientrare nel mondo del lavoro.

“Se nella crisi pandemica il reddito di cittadinanza ha contribuito a sostenere le famiglie, oggi dimostra la mancanza di una serie ed efficace politica attiva del lavoro. Ci sono 6,6 miliardi messi a disposizione dal Pnrr per le politiche del lavoro ma ad oggi non sappiamo come, quando e quanto queste risorse avranno una ricaduta sul territorio pugliese” afferma il segretario organizzativo della Uil e commissario straordinario della Uil Puglia, Emanuele Ronzoni.

In Puglia nel 2019 i percettori di reddito di cittadinanza sono stati 142.371 ovvero il 3,6% della popolazione. A febbraio 2023 sono stati 8484, lo 0,2% della popolazione complessiva, ma la quota rispetto al totale dei percettori in Italia è cresciuta passando dall’8,7% al 9,4%. Il dato di incidenza più elevato tra tutte le regioni d’Italia ad esclusione della Campania (21,7%), Sicilia (19%) e Lazio (10,8%).

Scorrendo i dati provinciali si nota come l’incremento nell’incidenza sul valore nazionale ha coinvolto le province di Brindisi (passata dallo 0,8% allo 0,9%), Bat (passata dallo 0,9% all’1%), Lecce (passata dall’1,6% all’1,7%) e Taranto (passata dall’1,4% all’1,7%), resta invariata l’incidenza su Bari (2,5%) e Foggia (1,5%).

In tutta la Puglia 103.970 nuclei, per un totale di 238.599 persone, hanno percepito nel 2023 almeno una mensilità del reddito di cittadinanza, ai quali si affiancano 10.243 nuclei che hanno beneficiato di almeno una mensilità della pensione di cittadinanza “una misura che, ricordiamo, contribuisce a sostenere la vita di tanti pensionati”.

“I dati pugliesi sono in controtendenza rispetto sia alle regioni del nord che del centro Italia che hanno saputo fronteggiare l’inaspettata crisi economica e sociale legata alla pandemia creando le condizioni per riassorbire nel mondo del lavoro la più ampia platea possibile. Così non è stato in Puglia. Il reddito di cittadinanza è una misura di sostegno fondamentale, specialmente in questo periodo storico, per chi non riesce ad arrivare a fine mese, ma nulla ha a che fare con le politiche del lavoro. Lavoratrici e lavoratori continuano a essere dimenticati quando dovrebbero essere il perno sul quale ruota tutta la politica economica della Puglia. Manca una progettualità e mancano anche i controlli sul rispetto dei contratti collettivi. Se circa due terzi dei percettori di reddito sono inabili, c’è sempre un terzo che vede nel reddito di cittadinanza l’unica alternativa accettabile.   Il lavoro povero e i salari bassi sono spesso l’unica offerta disponibile per queste persone. La Regione deve e può muoversi per colmare questo gap che ci vede, ancora una volta indietro rispetto al resto del Paese” conclude Ronzoni.

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