Orario ridotto a parità di salario, si può fare

Il futuro è meno lavoro a parità di salario. Il progetto pilota del movimento internazionale 4 Day Week Global 100:80:100, pari a 100% di retribuzione, 80% del tempo e 100% di produttività  ha diffuso i risultati della sperimentazione in Inghilterra, durata quasi un anno, dove sono state coinvolte 61 aziende e 3.300 dipendenti. Una sperimentazione gestita dai ricercatori di Cambridge, Oxford e dal Boston College.

L’89% delle aziende ha deciso di proseguire oltre la sperimentazione l’orario ridotto a parità di stipendio perché ha constatato un aumento della produttività e dei ricavi aziendali (+1,4%), una diminuzione delle dimissioni (-57%), una migliore salute fisica e mentale dei lavoratori, un minor affaticamento, un maggior equilibrio tra lavoro e vita privata, una maggiore equità tra lavoratrici e lavoratori. Risultati che hanno portato il 51% delle aziende coinvolte a sostenere che non torneranno indietro, rendendo permanente la riduzione dell’orario lavorativo.

Sperimentazioni analoghe partiranno a breve in Irlanda, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

L’Italia come sempre è fanalino di coda, ancora poche e sporadiche le sperimentazioni a orario ridotto. Il risultato è che solo il 4% dei lavoratori si sente coinvolto attivamente dall’azienda per la quale lavora e il 70% dichiara di soffrire di un malessere mentale legato allo stress e al burnout da lavoro.

Da tempo la Uil chiede la riduzione dell’orario di lavoro per andare incontro alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori che gestiscono con evidente difficoltà la conciliazione dei tempi di lavoro e vita privata. Una misura che ridurrebbe il gap di genere che vede le lavoratrici penalizzate proprio per l’impossibilità di gestire lavoro e cura della famiglia secondo i rigidi modelli organizzativi attuali. Abbiamo chiesto più flessibilità e ridistribuzione dei carichi della famiglia con l’aumento dei congedi parentali ai lavoratori, proprio nell’ottica di rendere il lavoro e di conseguenza anche la vita al di fuori di esso più fruibile sia per le lavoratrici che per i lavoratori. Tutte le sperimentazioni ci stanno dando ragione, lavorare meno per lavorare meglio. I benefici si diffondono dai lavoratori alle imprese e all’economia nel suo complesso.

Ricordiamo inoltre che le ore lavorate in Italia sono tra le più alte di tutta Europa, 1669 con un indice di produttività pari a 103. In Germani dove le ore lavorate sono 1346 l’indice di produttività è 106.

La sperimentazione di 4 Day Week ha evidenziato a livello globale una riduzione del 44% dell’assenteismo, 36% di aziende che hanno visto incrementare i loro ricavi, 42% delle aziende hanno visto ridursi le dimissioni, il 68% in meno di burnout tra i dipendenti e un aumento del 54% della capacità lavorativa.

Lavorare meno e lavorare meglio è possibile.

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