Morti mentre si recavano al lavoro. “Infortuni in itinere in ascesa, si intervenga”

Nelle prime ore di oggi un bracciante agricolo originario del Mali è stato investito e ucciso a Montalbano, frazione di Fasano, sulla provinciale 10 che collega la frazione a Torre Canne, mentre si dirigeva in bici al lavoro.

Ieri, Giuseppe Picerno, operaio di 60 anni di Gravina di Puglia è morto dopo lo scontro avvenuto con un autoarticolato sulla statale 96 tra Altamura e Toritto.

“Si continua a morire per lavoro, gli ultimi due episodi avvenuti sulle strade di Puglia riguardano due lavoratori che stavano andando a lavorare. Da gennaio a maggio di quest’anno, stando ai dati diffusi dall’Inail, degli 11.308 incidenti che si sono verificati 1.431 sono in itinere, cioè di persone che si recano i tornano dal lavoro, il 12,6%, un fenomeno purtroppo spesso sottovalutato. Dobbiamo fare tutto ciò che è umanamente possibile per eliminare le incognite che rendono il lavoro un potenziale rischio per chi lo svolge. Penso all’ultima delibera regionale che vieta il lavoro nei campi nelle ore più calde del giorno, una sua puntuale applicazione potrebbe contribuire a diminuire gli incidenti. Così come maggiori controlli sulle strade, dove spesso i lavoratori agricoli vengono portati sui campi in condizioni vergognose” sostiene Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo della Uil e commissario straordinario della Uil Puglia.

“Basta, questa strage va fermata! La Uil ha avviato da tempo la campagna Zero morti sul lavoro perché pensiamo che sia un obiettivo raggiungibile e pensiamo vada percorso con tutti gli strumenti possibili. E’ necessaria una attenzione maggiore dei governi regionale e nazionale su questa tematica. La nostra è una Repubblica fondata sul lavoro, lo dice la nostra Costituzione, per questo dobbiamo rimettere al centro di tutte le politiche il lavoro, la sua sicurezza e la qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori, motore dell’economia del Paese”.

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