Dati Unicef: lavoro minorile, anche in Puglia è emergenza

Quasi un lavoratore su dieci in Puglia è minorenne, 28.916 di cui 5.718 hanno meno di 14 anni. I dati diffusi dal primo rapporto Unicef su lavoro minorile in Italia mostrano un quadro allarmante. La Puglia è la sesta regione per l’impiego di minorenni, con dati in crescita dal 2017 (ad eccezione del periodo pandemico). “Nonostante l’alto numero di lavoratori, le denunce per infortuni sono molto basse, celando quindi una precisa volontà di nascondere l’impiego di minorenni. Il rapporto tra denunce e lavoratori minorenni in Puglia è pari al 15,6% contro la media nazionale che tocca il 24,8%” denuncia Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo della Uil e commissario straordinario della Uil Puglia.

“Una situazione gravissima che elude ogni norma sul lavoro. Scorrendo i dati risulta che delle 16.966 denunce di infortunio in Puglia oltre il 60% riguardano minori di 14 anni. Sommando alla sottostima del fenomeno legato al lavoro in nero, la pericolosità insita nell’impiego di adolescenti. La mancanza di controlli e il non rispetto dei contratti nazionali porta a situazioni come queste che evidenziano anche una povertà educativa con abbandoni scolastici, evasione e saltuarietà. L’alternanza scuola-lavoro va rivista e di sicurezza bisogna parlare già a scuola. I ragazzi vanno informati e preparati. La disattenzione dei governi nei confronti delle politiche sul lavoro è sotto gli occhi di tutti e continua a peggiorare, riportando la Puglia, come tutto il resto del Paese indietro di decenni. Si stanno perdendo diritti acquisiti faticosamente e ogni anno viene erosa la qualità delle lavoratrici e dei lavoratori” lamenta Ronzoni.

“Un sistema che si poggia sul lavoro dei minorenni è un sistema malato. Dovrebbe essere un impegno di tutti tutelare i nostri ragazzi e portarli, in età adulta, ad un lavoro stabile e sicuro. Leggere che in Puglia cinque minori sono morti sul lavoro (quinta regione in Italia) è un fallimento per tutti. Il Governo regionale e le parti sociali dovrebbero impegnarsi a non far più accadere e questo passa inevitabilmente per il rispetto dei contratti e l’intensificazione dei controlli sui luoghi di lavoro. Noi come sindacato siamo impegnati con la nostra campagna Zero morti sul lavoro. Ogni numero su una di queste classifiche è una vita umana spezzata, non smetteremo mai di ricordarlo”. 

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