Aqp-sindacati: protocollo a tutela del lavoro e della sicurezza

“La firma del protocollo d’intesa per la tutela del lavoro negli appalti di Acquedotto Pugliese è la rappresentazione plastica di come il dialogo con le parti sociali sia la strada maestra per difendere e promuovere princìpi come la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’applicazione dei giusti contratti e la valorizzazione dei diritti dei lavoratori. Un accordo che assume un valore ancor maggiore in quanto sottoscritto con un’azienda a completa partecipazione pubblica che nel solo 2022 ha bandito appalti per oltre un miliardo di euro, una collaborazione che con la giusta volontà politica potrebbe rivelarsi addirittura una pietra miliare per un comune percorso virtuoso”.

Lo dichiara Stefano Frontini, segretario confederale regionale della UIL Puglia.

“Grazie all’impegno delle nostre categorie FenealUil e UilTec in delegazione con i segretari generali regionali Franco Pappolla e Filippo Lupelli, direttamente coinvolte dal protocollo – continua Frontini – abbiamo raggiunto un’intesa che non solo consentirà di monitorare costantemente la corretta applicazione dei contratti di settore firmati dai sindacati più rappresentativi, scongiurando così il ricorso a contratti al ribasso tipici del meccanismo del subappalto e potenziando le misure di sicurezza e tutela previste, ma offrirà di inserire nei capitolati forme di tutela contrattuale volte al rispetto dei diritti umani e alla rimozione di ogni forma di discriminazione in materia di lavoro, nonché di contrasto al lavoro irregolare o sommerso. Inoltre, in relazione alle gare al massimo ribasso, si è convenuto sulla necessità di individuare modalità operative che evitino ricadute negative sui costi del lavoro e della sicurezza”.

“Oggi abbiamo dimostrato che un modello virtuoso, in cui le aziende che accedono a risorse pubbliche, attraverso un’interlocuzione con il sindacato, dimostrano fattivamente il rispetto del valore del lavoro, della persona e della sicurezza dei lavoratori, è possibile. L’auspicio è che tale modello possa essere ampliato e applicato all’intero sistema degli appalti pubblici regionali, a cominciare da quelli finanziati con le risorse del Pnrr, affinché allo sviluppo infrastrutturale corrisponda anche una crescita occupazionale sana, stabile e sicura” conclude Frontini.

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