Ex ILVA: “Serve chiarezza, basta con le favole e i progetti inattuabili”

“Quello che stanno vivendo lo stabilimento ex Ilva e i suoi lavoratori è uno stillicidio insostenibile e inaccettabile. Neanche il passaggio ad Acciaierie Italia ha portato quella chiarezza tanto agognata sul futuro del sito siderurgico più grande d’Europa, anzi si continua a percorrere una strada senza uscita, fatta di piani industriali mai realmente applicati e mai condivisi con le organizzazioni sindacali. Così, anche l’estensione della ciò Covid per 13 settimane diventa una buona notizia a metà, una pezzolina a un buco che ogni giorno che passa diventa una voragine, con migliaia di lavoratori continuano a operare in condizioni di sicurezza a dir poco precarie e senza certezze sul domani, con una sentenza Tar pendente sul funzionamento della batteria 12, per tacere della situazione arcinota delle aziende dell’appalto. Così non si può andare avanti”.

Lo dichiara Franco Busto, segretario generale della UIL Puglia.

“Mentre la Regione Puglia parla di riconversione a idrogeno e lo Stato attende sentenze e insediamenti di Cda, uno stabilimento fondamentale per tutta l’industria nazionale lentamente muore. Lo diciamo da tempo: qui non si tratta solo di salvare un sito industriale enorme, ma di chiarirsi su un punto dirimente: lo Stato italiano vuole ancora produrre acciaio o ha già deciso di affidarsi alle importazioni dall’estero? Chi Governa sgombri il campo dagli equivoci: perché se l’intenzione è quella di continuare ad essere competitivi su un mercato miliardario e strategico a livello mondiale, che da solo vale il 2% del Pil nazionale, allora la strada intrapresa è oggettivamente fallimentare e, soprattutto, senza un piano industriale a 360 gradi, ogni iniziativa a breve termine risulterà vana, come accaduto finora. In caso contrario, l’unica alternativa è la chiusura dello stabilimento, quindi qualcuno dovrebbe spiegarci come reimpiegare migliaia di lavoratori, senza però raccontarci ancora favolette come è successo nelle ultime campagne elettorali”.

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