Sbloccare e programmare fondi europei per aiutare lavoratori e famiglie pugliesi

“Questa è un’occasione unica per la Puglia di superare i limiti strutturali che la accompagnano da sempre. La convergenza dei fondi europei (Fesr, Fse + e Fsc) e del Pnrr, porterà, con la programmazione 2021-2027, 12,3 miliardi di euro” dichiara Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo della Uil e commissario straordinario della Uil Puglia.


I fondi europei e il Pnrr dovranno colmare le carenze infrastrutturali che impediscono al Mezzogiorno e quindi alla Puglia di crescere, ispirandosi ad un principio di equità sociale, evitando politiche divisive che andranno a discapito dei territori più marginalizzati. Anche noi, così come già fatto dalle istituzioni locali pugliesi, chiediamo al ministro Fitto, a cui fa capo l’intera dotazione del fondo di sviluppo e coesione, che fine hanno fatto i fondi destinati alla Puglia?” continua Ronzoni.


Si tratta di tre miliardi del fondo di sviluppo e coesione, 4,4 del fondo europeo di sviluppo regionale, 1,1 del fondo sociale europeo e 3,8 del Pnrr. “Cosa si cela dietro il mancato trasferimento delle risorse del fondo di sviluppo e coesione che si muove proprio in questa direzione, attraverso il finanziamento di politiche di sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale, rimuovendo gli squilibri tra i territori? Sono fondi che inspiegabilmente sono bloccati al ministero e sui quali il ministro non dà risposte. La continuità nella programmazione, possibile proprio attraverso l’incrocio tra queste misure, non può arrestarsi. I danni che ne deriverebbero, ricadrebbero tutti sulle famiglie, già allo stremo da una crisi economica che li sta strozzando”.

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